Testo del Codice
Nel Tevinter, gli schiavi sono invisibili anche se l'intero impero poggia sulle nostre spalle. Le nostre braccia costruirono le mura di Minrathous e oggi trasportano le merci lungo le sue strade in rovina. Gli scrivani come me si fanno dettare lettere in grado di spostare l'ago della bilancia del potere. Mia figlia Leonora è una schiava che lavora notte e giorno affinché le tuniche della Magister Delphine siano sempre senza strappi e le sue cene sempre calde al punto giusto.
Di solito incrocio Leonora nelle cucine, ma è da giorni che non la vedo. Nessuno ha saputo darmi notizie.
Così ripenso alle vecchie storie che circolano nei mercati degli schiavi. Quelle secondo cui, secoli fa, gli antichi costruirono le città con la magia del sangue, innalzando torri e muraglie tramite orribili rituali che usavano le nostre vite come combustibile. Migliaia di schiavi furono sacrificati sugli altari degli Antichi Dei. Probabilmente, la stessa residenza dalla splendida facciata di marmo della Magister Delphine costò il sacrificio di centinaia di elfi innocenti.
Ma quelli erano tempi diversi. Le parole di Andraste contro la magia del sangue portarono alla messa al bando di queste pratiche. Possiamo ancora essere puniti, ma è raro che uno schiavo venga sacrificato o privato del sangue senza che questo crimine non sia sanzionato.
Eppure Leonora è scomparsa, e la Magister Delphine si comporta in modo strano. Ha un'aria diversa, e gira voce che abbia umiliato pubblicamente un suo acerrimo rivale in un duello di magia. Temo, so, che il prezzo di questa vittoria sia stato la vita di mia figlia.
Rivolgermi alla Magister Delphine, per esigere delle risposte, sarebbe una follia. Non mi prenderebbe neppure in considerazione. Noi schiavi siamo invisibili.
—Scritto segretamente dallo schiavo scrivano Solvarin Brann, 8:65 Era Benedetta