Testo del Codice
Smarrirsi tra le antiche rovine del Tevinter a nord di Rivain non è un'esperienza entusiasmante come si crede.
Mi ritrovai circondato da diversi gruppi di qunari, apparentemente coordinati tra loro. Riuscii a fuggire e a rifugiarmi in un piccolo villaggio chiamato Vindaar. I suoi abitanti, umani con qualche presenza elfica, erano ferventi seguaci del Qun.
Non avevo mai visto un villaggio così ben organizzato. Le abitazioni erano tutte identiche e ordinate secondo uno schema perfettamente ortogonale. Le coltivazioni erano comunitarie e in ottimo stato. Ma notai un po' ovunque delle tracce di danni, come se la città fosse stata assediata più volte: edifici in rovina, campi bruciati e molte case vuote. Trascorsi la notte nella dimora della matriarca di Vindaar, che si presentò solamente come "veggente". Quando cercai di omaggiare la mia ospite raccontandole dei miei assalitori qunari, feci una scoperta interessante.
I qunari, mi disse la veggente, sono i seguaci del qun. La sua gente. Coloro che nascono in una società qunari che rinnega il Qun vengono chiamati Vashoth, "i grigi". Questi ultimi devono lasciare le proprie case, non avendo alcuna possibilità di vivere tra i qunari. Molti di essi, purtroppo, si vendicano della società che li ha esiliati.
Questi reietti si fanno chiamare Tal-Vashoth, "i veri grigi". Spesso non hanno alcun talento per guadagnarsi da vivere onestamente, quindi si vendono, diventando solitamente dei mercenari. Qualsiasi guerriero di razza qunari, per quanto incapace, possiede una stazza e dei lineamenti a dir poco spaventosi. Erano stati proprio i Tal-Vashoth ad attaccarmi, mi rivelò la veggente. La stessa banda che aveva provocato tutti quei danni a Vindaar.
I Tal-Vashoth conducono una guerra spietata contro il Qun, i qunari e talvolta contro lo stesso concetto di ordine. Non possono competere con le armate qunari, quindi preferiscono colpire fattorie, viaggiatori e coloro che si allontanano troppo dalla protezione dei qunari. Mi sentii fortunato a essere ancora in vita.
—Da "Alla ricerca del sapere: i viaggi di uno studioso della Chiesa", di Fratello Genitivi