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Testo del Codice

Poi il Creatore disse:

A te, mio secondogenito, concedo questo dono:
Nel tuo cuore arderà
Una fiamma inestinguibile
Divorante e mai sazia.
Dall'Oblio ti ho Creato,
E all'Oblio ritornerai
Ogni notte nei sogni
Affinché possa per sempre ricordarmi.

—Cantico delle Trenodie, 5:7

Nei primi sei passaggi, i Suoi primogeniti non hanno bisogno di nulla. Liberi dalle necessità, possono soltanto lodarlo. Ma è una vita vuota, senza stimoli. Noi e tutti gli altri esseri fisici siamo stati creati in modo che le nostre opere richiedano uno sforzo. Un prodigio creato con legno e pietra si dimostra più "vivo" di qualsiasi desiderio dell'Oblio.

Qui, nei versi più dolci del Canto, comprendiamo la grandezza del Suo dono e la severità del Suo castigo. Ci ha donato la capacità di sognare per ispirarci, affinché possiamo aprire questo mondo limitato alla Sua gloria. Alcuni conservano un ricordo originato dal sonno e provano soltanto desiderio, come se il Suo splendore fosse loro dovuto. Ma noi, i secondogeniti, dovevamo tenere a bada gli eccessi emotivi e i vizi puerili, elevando le nostre preghiere e migliorandoci sempre di più. Invece abbiamo fallito, e i più deboli tra noi hanno scalciato e urlato per attirare la Sua attenzione. Poiché non riuscimmo a domare i nostri desideri, poiché agimmo seguendo il nostro sciagurato istinto, poiché osammo rivolgerci al nostro Creatore per vedere soddisfatte le nostre volontà e non le Sue, Egli ci abbandonò.

Però Egli è un padre severo ma misericordioso, e noi ricordiamo ciò che abbiamo perduto. I Suoi secondogeniti possono imparare, crescere e cambiare. In caso contrario, non saremmo diversi, e sicuramente non migliori, dei Suoi primogeniti.

—Da "Il mondo e la sfida del Canto", della Venerata Madre Hevara

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