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Nota: In DAI, il titolo della voce è "Un racconto delle Montagne Gelide"


Testo del Codice

Un tempo anche le montagne possedevano un cuore. Quando il mondo era giovane, Korth il Padre della Montagna aveva il suo trono in cima alla Belenas, la montagna che sorge al centro del mondo, da dove vedeva ogni angolo del cielo e della terra. Ed egli vide uomini forti[1] diventare deboli, coraggiosi farsi codardi e saggi divenire sciocchi per amore.

Korth escogitò allora un piano per non essere mai tradito dal proprio cuore: se lo estrasse e lo nascose laddove nessuna anima avrebbe osato cercarlo. Lo sigillò dentro una botte d'oro, la seppellì nel terreno e intorno a essa eresse le più impervie montagne che il mondo avesse mai visto, le Montagne Gelide, per difenderlo.

Ma senza cuore, il Padre della Montagna divenne crudele. Il suo petto era colmo di gelidi venti[2] che strillavano e ululavano come anime perdute. Il cibo perse il sapore, la musica non aveva più alcuna dolcezza, ed egli perse la gioia nel compiere atti di valore. Mandò valanghe e terremoti a tormentare le tribù degli uomini. Dei e uomini si ribellarono chiamandolo tiranno ma, senza cuore, Korth non poteva essere ucciso. Presto non ci furono più eroi, né tra gli uomini né tra gli dei, disposti a sfidare Korth.

La Dama[3] dei Cieli inviò i suoi figli migliori, i volatili più rapidi, più intelligenti e più forti, a perlustrare le montagne in cerca del cuore scomparso, e per un anno e un giorno essi cercarono. Ma il corvo e il passero, l'avvoltoio e l'aquila, il rondone e l'albatros tornarono da lei senza aver trovato nulla.

Allora la pernice parlò e si offrì di ritrovare il cuore del capo degli dei. Gli altri uccelli risero, poiché la pernice è un uccello piccolo, troppo umile per levarsi in volo, che trascorre metà del suo tempo a saltellare sul terreno. La dama[3] non concesse la sua benedizione a quella creaturina, poiché le montagne erano troppo impervie persino per le aquile, ma la piccola pernice partì comunque.

Viaggiò fino a raggiungere le profondità delle Montagne Gelide. Quando non riusciva a volare, strisciava. Non si alzava dal terreno[4] e sopportava anche i più violenti venti di montagna, e così riuscì a raggiungere la valle dove batteva il cuore. A causa di tutti i terribili atti commessi dal dio, il cuore era diventato troppo pesante perché quella creatura minuta riuscisse a trasportarlo da solo, così lo fece lentamente rotolare fuori[5] dalla valle e giù da un pendio. Quando il barile d'oro toccò terra, si ruppe. Il cuore era pieno quasi fino a scoppiare, e il dolore spinse il dio della montagna ad andare a controllare cosa fosse successo.

Quando Korth si avvicinò al suo cuore, questo gli saltò nel[6] petto, ed egli fu di nuovo completo. Poi Hakkon Wintersbreath legò il petto di Korth con tre bande di ferro e tre bande di ghiaccio, così che il cuore non sarebbe più potuto fuggire. E tutti gli altri dei assegnarono alla pernice onori più elevati persino di quelli delle altezzose aquile.

—"La pernice: un racconto degli Avvar[7]", tratto da Ferelden: folklore e storia, di Sorella Petrine, studiosa della Chiesa


Presente solo in Inquisition ...
Risorse trovate qui: Radice elfica, Ferro.

Note

  1. Orig. forti uomini
  2. Orig. gelidi venti di montagna
  3. 3,0 3,1 Orig. Signora
  4. Orig. Si aggrappava al suolo
  5. Orig. via
  6. Orig. di nuovo in
  7. Orig. Avar
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